Edith Stein – Massimiliano Kolbe

In occasione della Giornata della memoria 2016

 

Due biografie dei santi che hanno perso la vita nel lager di Auschwitz; padre Massimiliano Kolbe ed Edith Stein, santi della Misericordia che hanno saputo illuminare, con la loro testimonianza, la più grande tragedia del Novecento. Due storie per riflettere su come la Misericordia possa guidare anche nelle condizioni più avverse verso la santità.

 

Il libro San Massimiliano Kolbe, a cura di Severino Ragazzini. Francescano e fondatore della “Milizia dell’Immacolata”, Kolbe morì ad Auschwitz il 14 agosto 1941, dopo aver chiesto di sostituire nella condanna a morte un uomo che aveva moglie e figli. I giorni nel lager vengono narrati da coloro che sono stati con lui nel campo di concentramento, oltre che grazie a una lettera – l’unica dal lager – inviata alla madre. Dai suoi scritti il ritratto del Santo risulta molto vivido e accessibile e si viene a conoscere come la Misericordia e l’Immacolata abbiano ispirato il suo sacrificio. Proclamato santo da Giovanni Paolo II nel 1982.

 

La settima stanza è un film diretto da Márta Mészáros.

Racconta la vita di Edith Stein, prima filosofa e poi monaca di clausura, morta ad Auschwitz nel 1942. A interpretare la santa Maia Morgenstern, vista nel 2004 nei panni di Maria ne La passione di Cristo di Mel Gibson. Edith, di origine ebraica e atea, si converte al cattolicesimo grazie alle letture di Santa Teresa d'Avila e entra nel convento delle Carmelitane di Colonia, intraprendendo il percorso di ascesa spirituale verso Dio che Santa Teresa aveva denominato, nella sua opera Il castello interiore, "le sette stanze". Arrestata e inviata nel lager, va incontro al suo tragico destino nel campo di Auschwitz, la sua "settima stanza". Proclamata santa nel 1998 e successivamente compatrona d’Europa da Giovanni Paolo II.